Economia

Per un’economia del 99%!

In tutto il mondo prevale un sistema economico capitalista. In questo sistema, la popolazione attiva deve vendere la propria manodopera molto al di sotto del suo valore, in modo che le persone proprietarie, come gli/le* azionist*, possano realizzare un profitto. Queste persone cercano di aumentare i profitti producendo di più e abbassando allo stesso tempo i costi di produzione. Ciò avviene sfruttando le risorse naturali, i Paesi del Sud globale e la popolazione lavoratrice in generale. Il risultato di questo sistema è un'enorme disuguaglianza: in Svizzera, l'1% più ricco possiede il 44% della ricchezza, oltre al fatto che i Paesi del Nord globale sfruttano i Paesi del Sud globale senza pietà.

Oltre allo sfruttamento della manodopera attraverso i bassi salari, gran parte del lavoro di cura, svolto principalmente dalle persone FLINTA, non viene retribuito affatto. Il sistema economico capitalista e il patriarcato sono quindi interdipendenti. Inoltre, la crisi climatica è anche una conseguenza diretta dell'economia capitalista e le ripercussioni negative sono sempre a carico del 99%. L'inflazione, le crisi economiche o la crisi climatica non sono coincidenze, ma sono nella natura di questo sistema economico. Pertanto, è urgente cambiare radicalmente il modo di fare impresa.
Vogliamo un'economia orientata ai bisogni delle persone e all'uso attento delle risorse naturali! Vogliamo un'economia solidale, in cui il lavoro di cura sia equamente distribuito. Vogliamo un'economia in cui tutte le persone abbiano la libertà di lavorare come vogliono e possono. Vogliamo un'economia che produca quanto è effettivamente necessario. Vogliamo un'economia che garantisca una buona vita a tutt*!

Le nostre rivendicazioni principali

Salari dignitosi per apprendistati e stage professionali!

Indipendentemente dal fatto che un* giovane decida di seguire un apprendistato, una scuola superiore o un'università, tutt* devono avere la possibilità di trovare un lavoro al termine degli studi con il quale possano pagare le proprie spese di vita. Ma il percorso verso un lavoro fisso è difficile e precario per chi non ha il privilegio di poter contare sul sostegno economico della propria famiglia. Ciò deve cambiare, perché l'istruzione e la formazione non devono essere un lusso! Gli/le* apprendist* ricevono salari da fame, anche se svolgono un lavoro prezioso per le aziende di formazione. Inoltre, mancano ancora controlli efficaci sulle condizioni di formazione.

Il salario medio delle persone tirocinanti si aggira intorno ai 2’000 franchi, al di sotto della soglia di povertà, e non è raro che i tirocini non siano retribuiti. Allo stesso tempo, ci si aspetta sempre più che i/le* giovani intraprendano questi tirocini nel corso della loro formazione, senza alcuna garanzia di pagamento o di ottenere un lavoro.

Vogliamo infine una retribuzione adeguata per gli/le* apprendist* e i/le* tirocinanti e una corrispondente garanzia di lavoro al termine della loro formazione. I tirocini e gli apprendistati devono finalmente ricevere condizioni di lavoro eque e un sostegno adeguato affinché gli "apprendistati" siano all'altezza del loro nome.


Il denaro non lavora, tu sì! Per un'equa tassazione dei redditi da capitale.

Le politiche neoliberali degli ultimi decenni hanno permesso all'1% più ricco della popolazione di diventare ancora più ricco e di accrescere il proprio potere. I meccanismi fiscali di cui lo Stato avrebbe bisogno per combattere attivamente la disuguaglianza di ricchezza sono stati in gran parte sospesi. Abbiamo bisogno di una politica fiscale equa che avvantaggi il 99% e non le persone super-ricche e le grandi aziende!

A tal fine, vogliamo tassare maggiormente i redditi da capitale, come i dividendi e gli utili azionari. Mentre il 99% della popolazione genera la ricchezza della nostra società con il proprio lavoro, proprietar* e azionist* si appropriano della ricchezza che produciamo per loro. È giunto il momento di tassare questi redditi ingiustificati una volta e mezza in più rispetto ai redditi da lavoro, come già proposto dall'iniziativa 99%.


Per un'economia pianificata e democratica al posto della dittatura globale delle multinazionali!

Oggi viviamo in un sistema economico basato sul profitto a breve termine e sulla necessità di crescita. Questo sistema funziona esclusivamente nell'interesse di una piccola e ricchissima minoranza della popolazione. Questo modo di fare affari porta inevitabilmente allo sfruttamento delle persone lavoratrici e delle risorse planetarie. Vogliamo porre fine a questo sistema ingiusto e distruttivo e costruire un'economia pianificata, ecologica e democratica per il 99%! <\p>

Non possiamo più tollerare che siano le multinazionali a decidere cosa produrre e a inondare la nostra società con una quantità inutile di beni dannosi per l'ambiente e di breve durata. Vogliamo decidere insieme, a tutti i livelli, cosa produrre e come, per soddisfare le esigenze di tutta la popolazione e allo stesso tempo conservare le risorse planetarie. <\p>



Altre rivendicazioni

Una riduzione radicale dell'orario di lavoro e migliori condizioni di lavoro per tutt*!

Nel sistema capitalistico dominante, per lavoro si intende il tempo che molt* di noi trascorrono come persone che lavorano per un salario in un'azienda (o simili). In realtà non lavoriamo solo quando guadagniamo denaro: il lavoro di cura non retribuito, come curarsi delle persone anziane, di cui le donne si occupano ancora oggi per il 60%, richiede molto tempo. Pertanto, l'orario di lavoro dovrebbe essere ridotto a parità di salario per garantire una maggiore qualità della vita alla popolazione attiva, per combattere la crisi climatica e per ripartire in modo più equo il lavoro di cura non retribuito! Una riduzione dell'orario di lavoro consentirebbe anche una migliore distribuzione die profitti creati dagli aumenti di produttività degli ultimi decenni, profitti che in gran parte confluiscono nelle tasche delle persone super-ricche e che non raggiungono mai le persone che li hanno effettivamente generati.

Il lavoro di cura non solo è sistematicamente reso invisibile e svalutato, ma è anche distribuito in modo estremamente iniquo. Il lavoro di cura non retribuito, ad esempio, grava ancora sulle spalle delle persone socializzate come donne*, anche se dovrebbe essere responsabilità di tutt*. Ma oggi non manca solo il tempo, ma anche le infrastrutture comunitarie che ci permetterebbero di condividere questi compiti. Che si tratti di asili nido di quartiere, di cucine popolari o di centri di quartiere, abbiamo bisogno di spazi comunitari adeguati per poter distribuire meglio il lavoro di cura!

Per quanto riguarda il lavoro retribuito, molte persone faticano ad arrivare a fine mese con il loro stipendio attuale. L'affitto, l'istruzione e la formazione, il cibo, il tempo libero, i premi di cassa malati, le bollette dell'elettricità̀, le vacanze... Il costo della vita è elevato, soprattutto per le persone appartenenti alla classe operaia e ai gruppi emarginati. Per coprire questi costi, la maggior parte delle persone deve lavorare. Questo lavoro è prezioso: è la base della nostra convivenza sociale e della creazione di valore in generale. Per questo in Svizzera tutt* devono guadagnare abbastanza per vivere dignitosamente. Attualmente ciò̀ corrisponde a un salario minimo di 5.000 franchi al mese, che deve essere adeguato su base continuativa.

La pandemia di Coronavirus ha messo a nudo i problemi fondamentali del nostro sistema sanitario orientato al profitto, come il sottofinanziamento cronico e la conseguente carenza di personale infermieristico. L'iniziativa per le cure infermieristiche deve finalmente e urgentemente essere attuata! Le condizioni di lavoro nelle professioni infermieristiche devono essere migliorate in modo sostanziale, affinché́ le persone possano fornire un'assistenza di alta qualità come vorrebbero.

E poiché lavoriamo per vivere e non viviamo per lavorare, chiediamo un aumento del numero di settimane di ferie e una settimana di 25 ore con la stessa retribuzione. Ciò consente una distribuzione più equa del lavoro di cura, riduce lo stress del lavoro retribuito e promuove l'impegno sociale e la salute mentale.

Una ridistribuzione della ricchezza in favore del 99%!

Lavoro minorile, disboscamento della foresta pluviale, avvelenamento delle acque, condizioni di lavoro pericolose nelle miniere: le multinazionali non si fanno scrupoli quando si tratta di massimizzare i loro profitti. Sfruttando i Paesi del Sud globale, queste imprese ottengono vantaggi competitivi grazie al sistema capitalista, con i quali possono guadagnare miliardi di franchi. Vogliamo che le multinazionali con sede in Svizzera siano finalmente chiamate a rispondere delle loro azioni. Il minimo che possano fare è rispettare i diritti umani e gli standard ambientali! Le multinazionali non devono più poter fare ciò che vogliono!

Queste aziende non si preoccupano di rispettare i diritti umani delle popolazioni del Sud globale e anche in Svizzera cercano di ridurre sempre più costi di produzione, peggiorando le condizioni lavorative. Così, i pochi salari minimi cantonali già esistenti vengono attaccati dalla destra borghese. Nel frattempo, il divario salariale nelle aziende svizzere si sta ampliando. Per evitare che ciò accada, i salari di chi guadagna di più in un'azienda non dovrebbero essere più di cinque volte superiori a quelli dei salari più bassi.

Nel frattempo, comuni, cantoni e Stati nazionali sono impegnati nella concorrenza fiscale a spese del 99%. Per attirare le multinazionali e le persone super-ricche, a qualsiasi livello si cercano modi per abbassare il più possibile le aliquote fiscali. Di conseguenza, si impongono enormi misure di austerità e tagli ai servizi pubblici. È giunto il momento di introdurre misure di armonizzazione fiscale a livello nazionale! Anche la perequazione fiscale, cioè l'atto di solidarietà tra i cantoni, deve essere rafforzata a favore delle aree rurali.

Per uno stato sociale forte!

Per combattere le disuguaglianze, il denaro deve essere prima prelevato dalle persone più ricche e deve confluire nel servizio pubblico, nelle assicurazioni sociali e nel sistema pensionistico. Per un'economia forte, al servizio delle persone e dell'ambiente, abbiamo bisogno di uno Stato sociale forte, e ne abbiamo bisogno in tutte le regioni della Svizzera. Che si tratti di assistenza all'infanzia, istruzione, sanità o trasporti pubblici, i servizi pubblici devono essere forniti direttamente dallo Stato, avere costi accessibili ed essere orientati alle esigenze della popolazione.

La salute della nostra società è in pericolo perché gli interessi delle compagnie private di assicurazione sanitaria sono stati anteposti alla salute della popolazione. Si assiste a un aumento dei premi e si risparmia sulle spalle delle persone vulnerabili e del personale sanitario, tutto a causa della libera concorrenza: dobbiamo porre fine a tutto questo introducendo una cassa malati unica! Inoltre, i costi totali per l'assistenza psichiatrica, la salute sessuale e le cure dentistiche dovrebbero essere coperti, senza nessun tipo di franchigia.

Per poter godere di una pensione dignitosa, il sistema pensionistico deve essere riformato in base alle esigenze delle persone. La gestione interna dei fondi pensione è spesso formalmente democratica, ma raramente lo è nella pratica. Vogliamo creare un fondo pensionistico a gestione pubblica che combini il primo e il secondo pilastro, sia finanziato sulla base della solidarietà e garantisca a tutt* una pensione di almeno 5.000 franchi svizzeri al mese.

Alloggi a prezzi accessibili per tutt*!

Tutt* dovrebbero poter vivere in una casa che offra la privacy necessaria e il cui livello di arredamento permetta di vivere con dignità. Solo il 40% delle persone in Svizzera possiede una casa di proprietà. Il resto della popolazione che dispone di un alloggio è in affitto ed è quindi costretta a spendere gran parte del proprio reddito per l'alloggio. Per fare un esempio, le famiglie con un reddito lordo inferiore a 4'000 franchi spendono in media il 35% del proprio reddito per l'alloggio. Tra l'altro, gran parte dei profitti derivati dagli affitti è illegale: gli affitti sono in media del 40% superiori al limite legale per i rendimenti da locazione. A breve termine vogliamo l'introduzione di controlli efficaci e il divieto di lucrare sui nostri alloggi, mentre a lungo termine chiediamo l'esproprio dei gruppi immobiliari e la collettivizzazione degli alloggi. Le case devono appartenere a chi le abita!

Inoltre, almeno 2.200 persone sono attualmente senza tetto in Svizzera. Un alloggio dignitoso non deve essere un privilegio, ma un diritto umano! Gli alloggi sociali e di emergenza devono essere messi a disposizione di tutt* coloro che ne hanno bisogno, soprattutto nelle città. Gli sfratti forzati devono essere vietati e, inoltre, il governo federale deve investire nell'integrazione delle persone in difficoltà nella società.

Di fronte alla crisi climatica, non è sufficiente che tutti abbiano accesso a un alloggio a prezzi accessibili, ma deve anche essere sostenibile. Le abitazioni sostenibili sono caratterizzate da un basso consumo energetico e da un facile accesso ai servizi pubblici.

Per garantire ciò, i/le* proprietari* devono garantire la ristrutturazione degli alloggi senza scaricare i costi sugli/le* inquilin* e con un'adeguata protezione contro gli sfratti. Inoltre, lo Stato dovrebbe sostenere l'acquisizione di proprietà residenziali per le cooperative edilizie.