Le persone ricche devono pagare la crisi!

21.09.2022

Risoluzione approvata dell’assemblea de* delegat* della GISO Svizzera del 17 settembre 2022 a Coira (GR)

1. L'inflazione e le sue cause

L'inflazione nell'area dell'euro si attesta attualmente al 9,8%1. I prezzi aumentano e la vita diventa più cara. Se i salari rimangono invariati, ciò significa che le persone lavoratrici possono acquistare meno beni di prima necessità e di consumo per la stessa somma di denaro e, a seconda del reddito, significa scivolare (ulteriormente) sotto la soglia di povertà.
L'attuale inflazione non è un evento esclusivamente europeo, ma si sta diffondendo anche altrove. In Svizzera l'inflazione è al di fuori della norma, al 3,5%2, mentre negli Stati Uniti è all'8,5%3. Il fattore scatenante comune può essere riassunto con la crisi relativa al coronavirus e con gli effetti della guerra in Ucraina. Nel corso della pandemia, si sono verificati ritardi o addirittura un'interruzione delle catene di approvvigionamento in tutto il mondo, che hanno reso immensamente più costosi i beni di base utilizzati per la produzione di merci. Alcune di queste filiere continuano a ristagnare. A causa della guerra in Ucraina, la rotta marittima del Mar Nero è paralizzata. Soprattutto le materie prime come il grano o il petrolio, ma anche i prodotti industriali, vengono spediti con più difficoltà. A ciò si aggiunge l'aumento del prezzo del petrolio e del gas dovuto alla riduzione delle esportazioni russe o alle restrizioni alle importazioni da parte dell'Occidente.

2. Reazione delle banche centrali all’inflazione

Nella loro lotta contro l'inflazione, le banche centrali perseguono una strategia rischiosa guidata da fallacie neoliberali: l'obiettivo è provocare una (lieve) recessione, perché le banche centrali assumono il costrutto neoclassico della cosiddetta "spirale salari-prezzi". In questa visione borghese dell’economia di mercato, i sindacati e le persone lavoratrici sono responsabili dell'aumento dei prezzi perché chiedono salari più alti per compensare l'eccesso di domanda. La reazione è un aumento del tasso di riferimento, che porta a un aumento dei tassi di interesse generali. Questo, a sua volta, porta a una riduzione del capitale prelevato dalle banche e a una riduzione del potere d'acquisto. Poiché questo riduce la domanda, la logica capitalista impone alle aziende di aumentare i prezzi, abbassare i salari o a licenziare per mantenere i profitti.

Al momento, tuttavia, la spiegazione salariale non funziona, nemmeno in una prospettiva borghese: i fattori scatenanti citati sono noti e indiscussi. Le banche centrali si comportano comunque secondo il manuale neoclassico, che ipotizza un'inflazione dovuta a salari "troppo alti", anche se in realtà l’inflazione è innescata da momenti di shock (temporanei). Il motivo: la favola della spirale salari-prezzi giustifica per le banche centrali influenzate dall'ideologia neoliberista il motivo per cui stanno cercando di far pagare la crisi al 99% invece di farla pagare a chi continua a guadagnare, ovvero preservare i profitti.

3. La spirale salari-prezzi è in realtà una spirale profitti-prezzi

La situazione iniziale è pessima: il potere d'acquisto è basso, i salari si abbassano, persona lavoratrici vengono licenziate e le aziende continuano a realizzare profitti allo stesso livello o addirittura superiori quando la situazione dell'inflazione si calma, ciò perché i prezzi che promettono profitti più elevati a causa di un certo livello non vengono più adeguati al ribasso, ma si accumulano profitti in eccesso. Quella che le teorie economiche neoliberiste chiamano spirale salari-prezzi è in realtà una spirale profitti-prezzi. L'approccio delle banche centrali è quindi sbagliato. È evidente che i salari devono essere aumentati, non abbassati, per poter mantenere il tenore di vita della popolazione in una situazione di inflazione. Per evitare che i prezzi aumentino ulteriormente, questa spirale deve essere spezzata limitando i profitti delle imprese da un lato, e dall'altro destinandoli al bene comune.

L'inflazione, in particolare, dimostra come il capitalismo si basi sullo sfruttamento del 99%. Per la GISO Svizzera è quindi chiaro che questo circolo vizioso deve essere spezzato:

  • Per il 99% devono essere previste riduzioni dei premi, biglietti gratuiti per i trasporti pubblici e l'assunzione dei costi di affitto, finanziati da un aumento dell'imposta sugli utili al 29,4%.
  • Le misure della Banca nazionale svizzera (BNS) a favore del capitale devono finire. La BNS deve essere democratizzata: le decisioni sul livello dei prezzi e sull'utilizzo degli utili devono essere prese democraticamente dalla popolazione.
  • I servizi di base non devono essere né regolati privatamente né orientati al profitto. Non deve accadere che l'alloggio, la vita e il lavoro diventino inaccessibili per le persone.

1 Inflazione in Europa (luglio 2022) | Statista. (01.09.2022)
2 https://www.srf.ch/news/schweiz/teuerung-in-der-schweiz-inflation-in-der-schweiz-steigt-auf-3-5-prozent (01.09.2022).
3 https://de.statista.com/statistik/daten/studie/191086/umfrage/monatliche-inflationsrate-in-den-usa/ (01.09.2022).