Nessun profitto con gli/le* oligarch*!

16.11.2025

Risoluzione approvata dell'Assemblea dei delegat* della GISO Svizzera del 15 novembre 2025 a Zugo


In Russia, la ricchezza è distribuita in modo diseguale come in pochi altri paesi al mondo. Secondo il Global Wealth Report dell’UBS, il coefficiente di Gini[1] alla fine del 2024 è di ben 0,82.[2] L’1% più ricco possiede così il 58,2% della ricchezza nazionale.[3]

Questa concentrazione di ricchezza affonda le sue radici in un processo di privatizzazione sfrenato e in una corruzione dilagante. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, la Russia privatizzò inizialmente le piccole attività e i servizi, poi le imprese più grandi e, infine, per evitare la bancarotta dello Stato, anche le aziende più redditizie dei settori del petrolio, dei minerali e dei metalli. In quel periodo regnava una caotica commistione tra economia ancora controllata dallo Stato e libero mercato. Grandi imprenditori/trici* approfittarono della situazione per trarre profitto dalla svendita dell’ex Unione Sovietica. Quando Putin salì al potere nel 2003, si assicurò che gli oligarchi tornassero sotto la linea del Cremlino: dovevano tenersi lontani dalla politica e finanziare i progetti del regime. Molt* oligarch* furono sostituit* da amic* stretti di Putin. Chi non rispettava le nuove regole veniva costretto all’esilio o imprigionato. Per mantenere il controllo sugli/sulle* oligarch* nonostante l’apparente economia di mercato, Putin dovette minare l’indipendenza della magistratura, trasformando così progressivamente lo Stato russo in una dittatura.[4]

Come gli /le oligarch * finanziano la guerra di aggressione russa contro l’Ucraina , e perché non vengono sanzionat * dalla Svizzera

Gli/le* oligarch* sono dunque un elemento centrale del sistema del Cremlino. Putin ha bisogno di loro per mantenere il controllo sulle grandi imprese e per riempire le casse dello Stato. Il finanziamento della guerra d’aggressione contro l’Ucraina dipende direttamente dai profitti delle grandi aziende possedute dagli/dalle* oligarch*. Dall’inizio della guerra, molti paesi hanno imposto sanzioni contro gli/le* oligarch* russi con l’obiettivo di prosciugare le finanze di guerra di Putin e di esercitare pressione sul regime. La Svizzera ha formalmente ripreso queste sanzioni, ma mentre altri paesi hanno istituito task force dedicate, il governo svizzero ha mantenuto un atteggiamento estremamente prudente. Ad oggi, la Svizzera ha congelato poco più di 7 miliardi di franchi, una cifra molto bassa. Secondo una stima dell’Associazione svizzera dei banchieri, nelle banche svizzere sarebbero custoditi oltre 150 miliardi di franchi appartenenti a cittadin* russi. La discrepanza è enorme. Tuttavia, secondo la SECO, le relazioni d’affari e dunque anche i patrimoni russi detenuti in Svizzera sarebbero ormai in forte calo.[5]

È quindi ora che la Svizzera agisca. Per anni, la piazza finanziaria e quella del commercio di materie prime svizzere sono state nodi centrali per gli/le* oligarch*, che vi hanno nascosto denaro e condotto i propri affari. Molte imprese russe hanno filiali o addirittura la sede principale in Svizzera. In particolare, il paradiso fiscale di Zugo ospita numerose aziende come Eurochem, East Metals, Novatek, SUEK, KSL AG, TMH International AG, Phosagro Trading SA e molte altre.[6] Dall’inizio della guerra, la Svizzera ha finito per adottare alcune sanzioni, ma queste devono ora essere applicate con coerenza e rapidità, prima che gli oligarchi riescano a spostare nuovamente i loro capitali. Gli/le* oligarch* sono direttamente corresponsabili della guerra di aggressione contro l’Ucraina: è dunque giusto che le loro ricchezze vengano destinate al popolo ucraino. Ma la Svizzera deve fare di più. Deve finalmente assumersi la responsabilità della propria piazza finanziaria e del commercio di materie prime, invece di continuare a fare da banca privata per gli/le* oligarch*. Servono regole trasparenti ed etiche. Inoltre, è necessaria una forte imposizione progressiva sui grandi patrimoni e sulle imprese, affinché nessun* possa più parcheggiare i propri capitali in Svizzera a basso costo.

Perciò la GISO Svizzera chiede:

  • La confisca di tutti i patrimoni degli/delle* oligarch* russ* in Svizzera;
  • Il trasferimento di tutti i fondi confiscati al popolo ucraino;
  • L’attuazione di regole di trasparenza ed etica per la piazza finanziaria svizzera.

[1] Il coefficiente di Gini è una misura statistica della disuguaglianza. Un valore pari a 0 corrisponde a una distribuzione totalmente equa, mentre un valore pari a 1 indica che tutto appartiene a una sola persona.

[2] UBS Global Wealth Report 2025

[3] https://www.publiceye.ch/de/themen/ukraine/russische-oligarchen-und-die-schweiz/oligarchen-galerie

[4] https://www.publiceye.ch/de/themen/ukraine/russische-oligarchen-und-die-schweiz/oligarchen-galerie

[5] https://www.nzz.ch/finanzen/russen-ziehen-sich-vom-schweizer-finanzplatz-zurueck-die-bankeinlagen-brechen-um-72-prozent-ein-ld.1872071

[6] https://www.publiceye.ch/de/themen/ukraine/russische-oligarchen-und-die-schweiz/oligarchen-galerie