No all'attacco alla legge sul materiale bellico!

19.05.2025

Risoluzione approvata dell'Assemblea dei delegat* della GISO Svizzera del 17 maggio 2025 a Sierre (VS)

È assurdo. L'industria degli armamenti vede sfumare i propri profitti e ritiene che la Svizzera stia diventando meno attrattiva come sede per la produzione di armi.[1] Questo perché esistono norme sull'esportazione di materiale bellico che impediscono che le armi svizzere vengano consegnate indiscriminatamente in zone in cui sono in corso guerre e/o vengono gravemente violati i diritti umani.

Il risultato ottenuto in termini di maggiori controlli e regole è il frutto di anni di braccio di ferro politico sulle norme relative all'esportazione di materiale bellico[2] e si deve, tra l'altro, all'impegno delle forze di sinistra e antimilitariste, culminato nel 2022 con l'approvazione della controproposta all'iniziativa di correzione.[3] L'iniziativa di correzione, ampiamente sostenuta e presentata in breve tempo, mirava a revocare la grave decisione del Consiglio federale del 2018 che, a determinate condizioni, consentiva l'esportazione di materiale bellico verso paesi con conflitti armati interni.[4] Questo controprogetto, che ha portato al ritiro dell'iniziativa, è stato un colpo da maestro anche perché non solo ha inasprito le esportazioni di materiale bellico, ma ha anche elevato l'intera questione dal livello dell'ordinanza a quello della legge, consentendo così una maggiore partecipazione nel processo decisionale.

Solo un anno dopo l'entrata in vigore (nel maggio 2023),[5] la maggioranza borghese a Berna ha sferrato il primo attacco alla legge sul materiale bellico appena inasprita. Una mozione chiede che alla legge sul materiale bellico venga aggiunto un nuovo articolo. Con l'articolo 22b, i partiti borghesi vogliono restituire più libertà al Consiglio federale. Quest'ultimo dovrebbe poter derogare alle attuali disposizioni in materia di esportazione in “circostanze eccezionali” o per salvaguardare “gli interessi di politica estera e di sicurezza”. Un lasciapassare per il Consiglio federale per autorizzare le esportazioni di materiale bellico senza possibilità di combattere la decisione. Questo articolo era già stato proposto in passato dal centrodestra. Tuttavia, la sua mancata introduzione è stata alla fine uno dei motivi per cui l'iniziativa di correzione è stata ritirata a favore del controprogetto. Il fatto che nella stessa legislatura in cui è stata ritirata l'iniziativa di correzione si voglia ora allentare la legge sul materiale bellico con un articolo copiato e incollato è un affronto alla democrazia! Ciononostante, questa iniziativa sta facendo il giro delle istituzioni da oltre due anni ed è ormai prossima all'approvazione da parte delle due Camere. Secondo tutte le previsioni, il progetto arriverà in autunno al secondo Consiglio, rendendo così necessario un referendum. È vero che la Commissione della sicurezza del Consiglio degli Stati ha approvato un'altra mozione nell'aprile 2025. Questa vuole che per tutti gli Stati dell'allegato 2 siano completamente aboliti i criteri di esclusione per le esportazioni di materiale bellico. Anche questo sarebbe uno scandalo: la Svizzera perderebbe ulteriormente il controllo sulle sue esportazioni di materiale bellico. Da un lato, gli Stati dell'allegato 2 non sono automaticamente Stati vicini ai “nostri valori” – pensiamo all'Argentina di Milei, agli Stati Uniti di Trump o all'Ungheria di Orban. D'altro canto, anche in questo caso si verifica una perdita di controllo, poiché solo il Consiglio federale può decidere in via regolamentare in merito all'estensione dell'elenco dell'allegato 2. Per quanto complesso possa sembrare, il calcolo è semplice: indipendentemente dal fatto che alla fine prevalga e venga approvato l'articolo 22b previsto dalla mozione o la richiesta relativa agli Stati dell'allegato 2 in entrambi i Consigli. Entrambe le proposte rappresentano un massiccio allentamento della legge sul materiale bellico, che non possiamo accettare in questa forma.

Per questo chiediamo:

  • Giù le mani dalla legge sul materiale bellico!

Non permetteremo che la borghesia e la lobby dell'industria degli armamenti la facciano franca e che ancora più persone vengano uccise in tutto il mondo con armi svizzere. Ci uniamo quindi all'alleanza contro le esportazioni di armi nei paesi in guerra civile e sosteniamo un referendum con tutti i mezzi a nostra disposizione.


[1] https://www.srf.ch/news/wirtschaft/schweizer-waffenlieferungen-die-ruestungsindustrie-kommt-in-bedraengnis (verificato il 23.4.2025)

[2] https://www.humanrights.ch/de/ipf/initiativen-parlament/korrektur-initiative/chronologie/ (verificato il 23.4.2025)

[3] https://korrektur-initiative.ch/press_release/nach-schlussabstimmung-der-gegenvorschlag-zur-korrektur-initiative-ist-im-trockenen/ (verificato il 23.4.2025)

[4] https://www.news.admin.ch/de/nsb?id=71161 (verificato il 23.4.2025)

[5] https://www.parlament.ch/de/ratsbetrieb/suche-curia-vista/geschaeft?AffairId=20233585 (verificato il 23.4.2025)