Risoluzione adottato dell’assemblea annuale della GISO Svizzera del 18 e 19 febbraio 2023 a Berna.
Il 14 giugno 2023 sciopereremo. Noi, donne, trans, non binarie, inter e agender, con gli uomini cis solidali al nostro fianco, sciopereremo per chiedere che le catene della nostra oppressione all'interno del sistema patriarcale vengano finalmente spezzate. Perché dallo sciopero femminista del 2019 la situazione non è migliorata, o peggio, a in alcuni ambiti è peggiorata. Ma non vogliamo l'inclusione e l'uguaglianza con gli uomini all'interno di un sistema capitalista, perché la nostra libertà non può essere raggiunta finché la forza lavoro viene sfruttata. La nostra libertà non potrà essere realizzata finché esisteranno la transfobia, il rifiuto, il razzismo, la grassofobia e la queerfobia. La nostra lotta per la libertà deve essere intersezionale. Perché non saremo liber* finché non lo saranno tutt*, anche se portiamo catene diverse! [1]
Ecco cosa rivendicheremo nelle strade il 14 giugno 2023, e già oggi al PS Svizzero, ai collettivi femministi e alle altre organizzazioni partner.
1. Il diritto all’aborto deve essere inserito nella Costituzione!
Nel sistema patriarcale, i corpi delle persone FLINTA sono un terreno di conquista e controllo. La tutela dei loro diritti sessuali e riproduttivi è quindi fondamentale. Nel Nord globale, il diritto all'aborto in particolare è ripetutamente messo in discussione dalla destra conservatrice. Eppure, il diritto delle persone con un utero di disporre del proprio corpo è un diritto inalienabile: solo loro possono giudicare il significato di una gravidanza nella loro vita e quindi decidere se interromperla o meno.
Oggi in Svizzera l'aborto volontario è esente da pena solo a determinate condizioni, ad esempio quando è supervisionato da un medico riconosciuto ed entro un periodo di 12 settimane. Ma questa è una questione fondamentale di salute sessuale e non un reato! Vogliamo quindi rafforzare la tutela del diritto all'aborto. Deve essere un diritto costituzionalmente protetto per le donne* e per tutte le persone con un utero. Chiediamo inoltre che i centri di salute sessuale ricevano maggiori finanziamenti, che sia garantita la libera scelta di abortire e che i contraccettivi siano gratuiti per tutt*.
2. Per una vita dignitosa in età avanzata: pensioni popolari ora!
In uno Stato sociale e solidale, il sistema pensionistico deve garantire a tutt* una vita dignitosa in età avanzata. Ma oggi le pensioni non assolvono questo compito: le disuguaglianze sociali nella vita lavorativa si riproducono e si aggravano nella vecchiaia, e le persone FLINTA ne sono le prime vittime. Poiché le donne* hanno ancora un divario salariale del 19%[2] e svolgono la maggior parte del lavoro di cura nelle famiglie, le loro pensioni sono inferiori di un terzo rispetto a quelle degli uomini. Le persone FLINTA che subiscono ulteriori discriminazioni, come le persone sans papier, quelle colpite da razzismo o quelle con disabilità, devono affrontare insicurezze ancora maggiori.
Vogliamo infine garantire a tutt* una vita dignitosa con la propria pensione: vogliamo abolire l'asociale secondo pilastro e introdurre un fondo pensione popolare in cui le pensioni siano formate interamente su base contributiva e non più a capitalizzazione. Vogliamo che tutt* i/le lavoratori/trici* dipendenti versino una quota proporzionale al loro reddito, comprese le plusvalenze derivanti da beni mobili e immobili, e tutte le persone in età pensionabile residenti in Svizzera ricevano una pensione di almeno 4.000 franchi, comprese le persone sans-papiers. Questo sistema collettivo e solidale garantirà in modo permanente il finanziamento delle nostre pensioni ed eliminerà il rischio di un eventuale deficit dell'AVS.
3. Per una settimana lavorativa di 25 ore!
Le attuali strutture del lavoro retribuito, come la settimana di 42 ore, non sono orientate alle esigenze delle persone. Sono concepite in modo che in una famiglia tradizionale la maggior parte del lavoro di cura sia svolto dalle persone FINTA. Di solito anche queste ultime entrano nel mondo del lavoro retribuito perché i salari reali sono troppo bassi, accumulando così un doppio carico di lavoro.
Non ha senso lavorare così tanto: il recente aumento della produttività non si è riflesso in corrispondenti aumenti salariali, e l'aumento della produzione che segue la ricerca di profitti infiniti è la causa dell'attuale crisi climatica. Per vivere meglio, condividere equamente il lavoro di cura non retribuito e combattere la crisi climatica, vogliamo quindi una settimana lavorativa di 25 ore con uguale retribuzione!
4. Un posto nelle case di accoglienza per ogni persona vittima di violenze sessuali!
La violenza sessualizzata uccide. Nel 2022, 16 donne sono morte in Svizzera semplicemente perché erano donne. Le persone trans hanno un rischio di suicidio fino a dieci volte superiore a quello delle persone cis, a causa della discriminazione e dei crimini d'odio che subiscono. Ciononostante, le case di accoglienza per donne in Svizzera dispongono solo di 300 posti sugli 860 che sarebbero necessari, e la maggior parte di esse accetta solo donne cisessuali. Il finanziamento dei centri di accoglienza per le donne* è troppo basso!
Chiediamo quindi che vengano aumentate le capacità delle già esistenti case di accoglienza per le donne* e che ne vengano create di nuove per garantire la protezione di tutte le vittime di violenza sessualizzata che necessitano di protezione. Tutti i rifugi esistenti devono essere aperti alle persone trans e non binarie e devono essere istituiti in tutta la Svizzera rifugi dedicati esclusivamente alla protezione delle persone trans con personale formato sulle questioni trans. È giunto il momento che tutte le persone vittime di violenza sessualizzata ricevano protezione fisica, legale e finanziaria!
5. La lotta contro le strutture patriarcali ha bisogno di un fondo dedicato a questa causa!
Le strutture della nostra economia e della nostra società sono ancora oggi profondamente patriarcali. Ad esempio, le persone FLINTA svolgono la maggior parte del lavoro di cura non retribuito, per un valore di circa 242 miliardi di franchi all'anno. Dobbiamo cambiare questa situazione: chiediamo l'istituzione di un fondo femminista dedicato al finanziamento della lotta contro le strutture patriarcali. Dobbiamo investire massicciamente nell'educazione femminista nelle scuole, nelle infrastrutture per la cura e il sostegno di bambin*, adult* e anzian*, nell'assistenza sanitaria per migliorare le condizioni di lavoro e le cure mediche delle persone FLINTA, in particolare delle persone trans e inter, e nella lotta contro la violenza sessualizzata.
Questo fondo femminista deve essere finanziato da una tassa sulla ricchezza delle persone super-ricche, accumulata grazie al duro lavoro di tutta la società, ma non distribuita in modo equo: nell'arco della vita, il reddito delle donne è inferiore del 43% rispetto a quello degli uomini. Il fondo femminista deve essere posto sotto il controllo democratico di persone FLINTA: solo le persone interessate dovrebbero poter decidere democraticamente quali cambiamenti strutturali finanziare per migliorare al meglio la loro vita quotidiana.
[1] Citazione di Audre Lorde, tratta da Sister Outsider.
[2] Le cause principali sono il sessismo e la transmisoginia, la sovrarappresentazione nei settori a basso salario, il lavoro a tempo parziale e le interruzioni di carriera dovute al peso del lavoro di cura, la maggior parte del quale grava sulle loro spalle. Stiamo parlando di donne perché le statistiche dell'Ufficio federale sono solo binarie.