NO all'iniziativa ecofascista dell'UDC “contro una Svizzera da 10 milioni di abitanti”

08.09.2025

Risoluzione approvata dell'Assemblea dei delegat* della GISO Svizzera del 7 settembre 2025 a Baden (AG)


L'iniziativa dell'UDC «No a una Svizzera da 10 milioni» mira a limitare la popolazione del Paese a 10 milioni di abitanti entro il 2050. Per raggiungere questo obiettivo, prevede il rimpatrio massiccio e arbitrario delle persone titolari di un permesso di soggiorno provvisorio, nonché la denuncia di vari accordi internazionali in materia di migrazione e libera circolazione.[1]

Secondo l'UDC, l'immigrazione «incontrollata» rappresenterebbe una minaccia per la popolazione svizzera, appropriandosi delle sue risorse e mettendo in pericolo la sua identità. L'iniziativa si basa quindi su un discorso razzista fondato sulla paura, che l’UDC cerca di legittimare collegandolo alle attuali sfide ecologiche con una retorica ecofascista semplicistica e ingannevole. Questo cambiamento di rotta è tanto più paradossale in quanto l'UDC, ancora scettica sul clima quindici anni fa[2] e contraria a qualsiasi misura ecologica e sociale difesa dalla sinistra, cerca ora di associare la riduzione delle emissioni di carbonio al discorso xenofobo, una manovra volta ad adattare il suo programma alla realtà ormai innegabile del riscaldamento globale. Si capisce quindi che la crisi climatica è un ottimo pretesto per un partito che serve gli interessi dei/delle* più ricch* fingendo di voler proteggere la popolazione svizzera.

In un contesto geopolitico che richiede invece solidarietà internazionale e unità della classe operaia, questa logica isolazionista costituisce un pericoloso vicolo cieco. La patina «ecologica» sostenuta dall'UDC non è altro che un pretesto per mascherare un'ideologia nazionalista e xenofoba, al servizio degli interessi della classe borghese.

Inoltre, l'argomento ecologico non regge. Il riscaldamento globale è un fenomeno globale la cui progressione non dipende dal numero di abitanti di un singolo paese. Il vero motore della crisi ecologica risiede nell'impronta eccessiva dei/delle* super-ricch*, che consumano in poche ore tante risorse quante ne consuma una persona comune in tutta la sua vita.[3] Accusare l'immigrazione equivale quindi a distogliere l'attenzione dai/dalle* ver* responsabili, una strategia diversiva destinata ad alimentare la paura. La tassazione dei grandi patrimoni e delle eredità è una soluzione sostenibile e molto più equa per combattere il cambiamento climatico. Infatti, ci fornisce le risorse per portare a termine la transizione ecologica e limitare di fatto le emissioni dei/delle* super-ricch*.

Infine, fedele al suo metodo, l'UDC mobilita un discorso vittimistico e allarmistico per dividere la popolazione e rafforzare un'identità nazionalista ed esclusiva.[4] Agitare il timore di una carenza di risorse o di vedere minacciati i propri privilegi, quando la Svizzera non soffre di alcuna penuria, è una retorica ereditata dai movimenti fascisti dell'inizio del XX secolo.

In conclusione, la GISO rivendica:

  • L'abolizione dell'UDC e dei suoi discorsi ecofascisti
  • L'espropriazione delle grandi imprese
  • L'apertura incondizionata delle frontiere
  • Una politica ecologica all'altezza degli obiettivi di neutralità carbonica prefissati

[1] https://www.udc.ch/wp-content/uploads/sites/2/01_Nachhaltigkeits-Initiative_Initiativtext_FR.pdf

[2] https://www.heidi.news/climat/comment-albert-rosti-et-l-udc-sapent-la-parole-des-scientifiques

[3] https://www.oxfam.org/en/press-releases/richest-1-emit-much-planet-heating-pollution-two-thirds-humanity

[4] https://www.udc.ch/actualites/publications/communiques-de-presse/les-autres-partis-rejettent-linitiative-populaire-pas-de-suisse-a-10-millions-ils-se-moquent-des-preoccupations-de-la-population/