Risoluzione approvata durante l’assemblea de* delegat* online del 6 giugno 2020.
Proponenti : Leandra Columberg ( Zurigo campagna ), Florin Schütz ( Zurigo campagna ), Gianna Strobel ( Bienne ), Zoe Sutter ( Argovia ), Jonathan Daum ( Zurigo campagna ), Jonas Kampus ( Zurigo campagna )
Le condizioni dei campi profughi lungo la rotta balcanica sono da annoi la prova del disastro umanitario in corsi ai confini europei. Anche in Bosnia le condizioni sono disumane da anni: molt* rifugiat* vivono in campi mal equipaggiati, senza cure mediche e infrastrutture adeguate. Sulle frontiere croato-bosniache, i respingimenti illegali e la violenza sistematica sono all'ordine del giorno. Anche se questi casi sono noti da tempo, l'Europa rimane a guardare.
Per la popolazione bosniaca la situazione è insostenibile. La società è divisa e il paese segnato da corruzione e povertà. La fiducia nella classe politica è debole, e la mancanza di prospettive future è molto diffusa. La Bosnia, in quanto Stato finanziariamente debole e poco funzionale, è isolata dal resto dell'Europa. Di conseguenza, la colpa di questo disastro umanitario non è solo del governo bosniaco, ma di tutta l'Europa. I respingimenti illegali alle frontiere europee sono coerenti con la politica di isolamento, irresponsabile e disumana, che sta attuando l'Unione Europea.
Poiché le istituzioni e i governi in Bosnia e nel resto dell'Europa chiudono gli occhi di fronte alla crisi migratoria, negli ultimi anni migliaia di volontar* si stanno assumendo compiti che dovrebbero essere a carico del governo bosniaco e dell'UE. Ma ora la repressione è in atto anche contro quest* volontar*: nel cantone di Una-Sana le organizzazioni umanitarie che aiutano migrant* sono state vietate. Ciò minaccia direttamente le già scarse condizioni sanitarie dei campi.
Per la GISO è chiaro che i diritti umani non sono negoziabili e devono valere anche alle frontiere esterne europee, comprese quelle bosniache.
Perciò, la GISO Svizzera chiede:
- Lo stop alla criminalizzazione degli aiuti da parte di privati e ONG. La solidarietà non è un crimine!
- Il Consiglio federale deve chiedere alla Bosnia di rispettare i diritti umani e offrire supporto sottoforma di assistenza finanziaria e organizzativa per la creazione e la gestione di campi per l'accoglienza in Svizzera.
- Alloggi adeguati e accesso alle cure mediche all'interno dei campi. L'accesso al cibo e a posti letto, così come all'assistenza sanitaria, non devono essere negati come misura repressiva.
- Indagini e procedimenti giudiziari nei confronti della polizia e delle forze di sicurezza nei campi.
- Misure efficaci contro i respingimenti illegali e contro l'uso della forza da parte della polizia: la Svizzera non può fare finta di niente.
- Libertà di stampa per i giornalisti che vogliono fare chiarezza sul luogo.
- Insieme ad altri paesi europei, la Svizzera deve creare vie di fuga legali e regolari, adoperandosi per la risoluzione degli accordi di Schengen e Dublino, e promuovendo una politica migratoria solidale.
- La GISO spinge il PS ad impegnarsi maggiormente in favore di una politica migratoria realmente solidale e per l'attuazione delle richieste sopraelencate
Purtroppo, questi disastri sono l'espressione di un sistema economico intrinsecamente ingiusto, e la fine di questi disastri richiederebbe il superamento del capitalismo. Tuttavia, dobbiamo lavorare a qualsiasi livello possibile per permettere a queste persone di vivere in condizioni davvero umane.