Contro la militarizzazione della sicurezza interna!

19.09.2015

Risoluzione approvata durante l'Assemblea de* delegat* del 19 settembre 2015 a Liestal.

L’esercito Svizzero si trova evidentemente in una crisi: nella ricerca di nuovi ambiti di competenza ci si focalizza sull’interno stesso del Paese. Dal 16 al 25 settembre 2015, la Svizzera nord-occidentale, la regione del Giura e la città di Basilea sono diventate teatro di esercitazioni militari. La dirigenza dell’esercito ha impegnato 5000 soldati per provare uno scenario di crisi, nel quale si riversano sulla Svizzera catastrofi dall’esterno e bisogna quindi garantire che correnti migratorie, penuria di materie prime e in particolar modo insurrezioni non mettano a rischio l’ordine vigente.

Già da 15 anni si assiste a interventi militari all’interno del Paese, soprattutto in occorrenza del World Economic Forum (WEF) e contro proteste popolari (per esempio durante il Summit del G8 nel 2004). Questa prassi viene attualmente rafforzata con il programma “Ulteriore sviluppo dell’esercito” (USEs). In futuro sempre più attività di polizia verranno svolte da appartenenti all’esercito, armati di sostanze irritanti, taser e armi da sparo. Esercitazioni come Conex15 contribuiscono chiaramente a questo sviluppo verso un’aumentata militarizzazione interna.

Il progetto “Ulteriore sviluppo dell’esercito” (USEs), che viene attualmente trattato in Parlamento, dovrebbe accrescere l’efficienza, la professionalizzazione e il promovimento della dirigenza. A fianco della apparente riduzione dell’esercito, si effettueranno accorgimenti per le cosiddette nuove sfide – specialmente in ottica della preparazione per le sedicenti minacce all’interno. Mentre ovunque si risparmia, si vuole aumentare il budget dell’esercito di 300 milioni portandolo a 5 miliardi. Il comando del progetto dell’USEs collabora in modo stretto con l’Università di San Gallo (HSG) e con l’unione padronale Svizzera.

Diventa quindi palese, come nel capitalismo, l’obiettivo della militarizzazione è sempre la protezione dei privilegi di alcune poche persone. Compito basilare rimane la difesa delle condizioni della classe dirigente. L’esercito difende oggi in modo evidente l’ordine vigente in Svizzera e la sua priorità è la tutela della proprietà privata. Successivamente alla crisi economica mondiale, questo ordine necessita di sempre maggiore protezione e lo sviluppo citato dell’esercito vuole contribuire proprio a ciò.

Ci possono essere diverse tipologie di minacce per l’ordine interno; tra i quali lo scenario-Conex risulta particolarmente presuntuoso: bisogna impedire a ingenti ondate migratorie di giungere in Svizzera tramite forza militare alle frontiere. Di fronte alla crisi umanitaria mondiale tale esercitazione è semplicemente indifendibile.

Tuttavia l’esercito cerca ostinatamente nuovi nemici: da quanto la classica guerra per la protezione della Nazione è diventata improbabile, ci si concentra sempre di più su possibili minacce verso l’interno. Ciò è mostrato chiaramente da due esercitazioni svolte negli ultimi anni: “Stabilo Due”, tenutasi in diverse località Svizzere, e “Paper”, nel comune di Biberist Canton Soletta. Il Ministro della Difesa Ueli Mauer, ha spiegato e sostenuto il fatto che l’esercito Svizzero debba sapere che dovrà agire in un futuro prossimo contro disordini interni. Il motivo di ciò sarebbe la crisi economica mondiale e il temuto crollo dell’Europa. Concretamente Mauer parte dal presupposto che, a causa della crescente disoccupazione nei Paesi confinanti, si assisterà a proteste e manifestazioni di solidarietà nel nostro paese, il politico svizzero è convinto che quest’ultime possano degenerarsi in tumulti.

Di fronte all’accresciuta militarizzazione interna sono già nati disordini che ci riguardano in prima persona, in modo particolare durante le due esercitazioni „Stabilo Due“ e „Paper“. I sobillatori, contro i quali l’esercito avrebbe dovuto agire, sbandieravano drappi rossi e cartelloni critici riguardo alla globalizzazione. Il messaggio è evidente: il nuovo nemico della Nazione è rosso e anticapitalista. L’esercito si arma contro manifestanti in Svizzera, e l’azione Conex15 rientra chiaramente in questo sviluppo.

La Gioventù Socialista Svizzera si pone convinta contro Conex15, quale parte dell’aumentata militarizzazione interna. Noi, come Socialiste e Socialisti, ci vediamo pienamente come antimilitaristi e la nostra posizione segue la tradizione del Manifesto di Zimmerwald. Siamo contro qualsiasi tendenza militarista nella società. Da un’ottica di classe, il militare rappresenta uno strumento della borghesia per la conservazione dei rapporti di proprietà, ed è un serio pericolo per l’alternativa socialista e democratica. L’ordine da proteggere non è nell’interesse di coloro che dovrebbero lottare, uccidere e morire per ciò, ma unicamente nell’interesse della classe dirigente.

La GSS chiede quindi:

  • La fine di qualsiasi intervento militare all’estero e all’interno
  • La fine alla militarizzazione della società e il divieto di imprese private di sicurezza
  • La demilitarizzazione dell’apparato di sicurezza e l’abolizione dell’esercito
  • Un chiaro taglio al budget del militare
  • Il divieto di occupazioni militari di città, comuni e qualsiasi luogo pubblico