Risoluzione approvata durante l'Assemblea annuale del 11-12 marzo 2017 a Berna.
La tradizione della lotta femminista è di lunga durata e movimentata; donne* sono morte per le loro convinzioni e sono state imprigionate, sottoposte a massicce repressioni e perseguitate. Si è raggiunto molto, ma l’obiettivo è ancora distante. Nonostante discriminazione persistente e dimostrabile in varie situazioni quotidiane nessun altro movimento deve giustificare così frequentemente la sua esistenza come quello femminista. Continuamente viene annunciata la raggiunta uguaglianza tra i sessi, continuamente vengono negati comportamenti e realtà gender-specifici, continuamente vengono definiti come bagatelle soprusi.
Nonostante ciò non c’è oggigiorno un altro movimento che gode di così tanta visibilità, varietà e fondamentalità come quello femminista. Nell’epoca in cui la politica razzista, sessista, omofoba e transfoba di Orban, Trump, Le Pen, AfD e UDC assume sempre maggiore potere, rafforzando e legittimando simili tendenze, il femminismo è più necessario che mai. Che sia con manifestazioni contro il divieto d’aborto in Polonia, online con azioni come #SchweizerAufschrei oppure con milioni di donne* in marcia il giorno dell’inaugurazione della presidenza di Trump, il movimento femminista si mostra variegato, critico verso il sistema e capace di mobilizzare.
Anche noi vogliamo fare anche la nostra parte in Svizzera e diventare parte del movimento internazionale femminista: per questo andremo in piazza il 18 marzo in nome del femminismo radicale.
Un femminismo che è un attacco sistematico contro tutte le strutture di potere, fino all’individuo. Un femminismo che è intersezionale, vario, inclusivo, antisessista, antirazzista, anticlassista, antipatriarcale e antinazionalista. Un femminista attivista e conseguente.
Per questo il 18 marzo andremo in piazza e lotteremo per tre rivendicazioni principali:
- Per la parificazione economica: ci opponiamo contro l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne*, ci impegniamo attivamente per il riconoscimento dei lavori di cura non retribuiti, per la ridistribuzione dell’aumentata produttività e quindi per la settimana lavorativa da 25 ore.
- Contro il sessismo nella società, per il superamento del patriarcato: siamo stufi di uomini* che ricorrono al mansplaining o interrompono; siamo stufi di camminare a casa con le chiavi in mano con la continua paura di venire aggredite; siamo stufi di venir palpate e fissate, trattate come oggetti e viste quali macchine riproduttive – siamo stufi di questo sessismo!
- Per l’unione delle lotte: Solo unendo le lotte per un mondo migliore raggiungeremo qualcosa. Il femminismo non deve fermarsi né ai confini nazionali né di fronte ad altre forme di discriminazioni. Il femminismo significa opporsi contro tutte le strutture di potere, fino all’individuo – anche all’interno della sinistra.
Ne siamo convinti: La rivoluzione sarà femminista o irrilevante!
Venceremos!