La violenza e lo sfruttamento nel Congo orientale devono finire!

23.04.2024

Risoluzione approvata dell’assemblea de* delegat* della GISO Svizzera del 21 aprile 2024 a Frauenfeld

La popolazione della Repubblica Democratica del Congo (RDC) soffre delle conseguenze di decenni di sfruttamento, guerre senza fine, commercio illegale di risorse e mancanza di presenza dello Stato. Un terzo dei/delle* 97 milioni di congolesi è colpito da una grave insicurezza alimentare e quasi tre quarti della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà.[1]

Tuttavia, la comunità internazionale guarda in silenzio mentre i Paesi occidentali traggono profitto dalle sofferenze della popolazione congolese. La Repubblica Democratica del Congo è il secondo Stato più grande dell'Africa, è considerato il Paese più ricco di risorse al mondo e lo sfruttamento della popolazione congolese mantiene bassi i prezzi delle materie prime a livello mondiale. Il fatto che la popolazione non benefici delle ricchezze naturali, delle enormi foreste pluviali tropicali, delle grandi riserve di acqua dolce e delle importanti riserve di materie prime ha origini coloniali.[2] L'area che oggi è la RD del Congo è stata sotto il dominio coloniale belga tra il 1885 e il 1960. Questo periodo è considerato uno dei più brutali e ha ripercussioni ancora oggi. Il potere coloniale belga, insieme alle potenze coloniali tedesca (gli attuali Stati confinanti di Tanzania, Ruanda e Burundi) e britannica (l'attuale Stato confinante dell'Uganda), fece dell'etnia tutsi l'élite africana e dell'etnia hutu la classe inferiore.

Dopo la fine ufficiale dell'era coloniale, le strutture di potere furono rovesciate. Dall'indipendenza, il Paese e la regione sono stati caratterizzati da guerre civili e conflitti regionali e, dall'aprile al giugno 1994, la popolazione Hutu ha assassinato fino a un milione di Tutsi in Ruanda. Un'invasione del Ruanda da parte delle milizie tutsi ugandesi ha posto fine al genocidio. Circa 1,5 milioni di Hutu fuggirono in quella che oggi è la Repubblica Democratica del Congo e da lì continuarono ad attaccare la popolazione Tutsi.[3] Di conseguenza, i/le* tutsi congolesi conquistarono nuovamente la RD del Congo insieme alle forze armate ruandesi. Un ulteriore tentativo di rovesciare il governo si è concluso con un accordo di pace nel 2003, ma i combattimenti nella parte orientale del Paese non sono mai cessati e negli ultimi anni si sono riaccesi a causa di varie milizie.[4],[5]

Il "Mouvement du 23-Mars" (M23), una milizia tutsi proveniente dalla regione di confine con il Ruanda, svolge un ruolo importante in questo contesto. Accusa il governo congolese di non aver rispettato il trattato di pace. Dal 2021 l'M23 ha ripreso ad attaccare strutture civili e militari. Si sospetta che il Ruanda fornisca alla milizia sostegno finanziario e militare.[6]

Sia le milizie che le truppe statali commettono regolarmente crimini. Le fosse comuni compaiono di continuo. Nelle aree controllate dall'M23, le persone non-tutsi vengono attaccate e uccise, mentre i/le* tutsi subiscono persecuzioni nelle aree controllate dallo Stato.[7] È preoccupante anche la portata della violenza sessualizzata, usata sistematicamente come arma.[8],[9] In totale, oltre sei milioni di persone sono dovute fuggire in altre parti del Paese e un rapporto delle Nazioni Unite del 2010 descrive gli incidenti come un possibile genocidio.[10],[11]

Alla fine del 2023, le Nazioni Unite hanno comunque deciso di interrompere la missione dei caschi blu MONUSCO. Non è stata in grado di ottenere alcun successo nei suoi sforzi di pace e non è mai riuscita a creare fiducia tra la popolazione.[12]

I ricchi giacimenti di materie prime e le relative miniere del Congo orientale svolgono un ruolo centrale nel finanziamento della guerra. In particolare il coltan, un minerale necessario per la produzione di dispositivi elettronici, è al centro dell'attenzione.[13] Le miniere sono spesso gestite illegalmente e senza estrazione meccanica, utilizzano lavoro minorile e sono molto contestate a causa della loro importanza per il finanziamento delle parti in conflitto.[14],[15] La popolazione civile viene sfruttata dalle milizie per estrarre i minerali e le preoccupazioni ambientali e di sicurezza sono spesso ignorate.[16]

Le aziende occidentali contribuiscono indirettamente al mantenimento dello stato di guerra importando il coltan. La Svizzera, in quanto centro commerciale e finanziario internazionale, è fortemente coinvolta nel commercio congolese di materie prime e trae vantaggio dalle sofferenze e dalla guerra in Congo. Le aziende svizzere beneficiano direttamente delle cattive condizioni di lavoro e della mancanza di controllo da parte dello Stato, che mantengono bassi i prezzi e alti i profitti.

Tra queste c'è il gruppo di materie prime Glencore: le sue miniere sono accusate di sovrasfruttamento e sfruttamento dei/delle* minatori/trici*. La società con sede a Zugo è attualmente sotto inchiesta penale per corruzione in relazione ai diritti minerari.[17] Allo stesso tempo, Glencore è stata sommersa di regali fiscali da parte della politica borghese e può realizzare profitti miliardari anno dopo anno grazie a questi e a una debole regolamentazione. Il tutto a spese della popolazione della RD del Congo e dell'intero cosiddetto Sud globale.[18]

Per noi è chiaro che la violenza nella RD del Congo deve finire. Il mondo non può più voltarsi dall'altra parte e deve assumersi le proprie responsabilità nei confronti del popolo congolese!

Chiediamo quindi che la Svizzera faccia pressione sul Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite affinché il Ruanda non riceva più aiuti militari internazionali, almeno finché sosterrà l'M23.

Chiediamo l'introduzione di un sistema di certificazione internazionale. Questo è l'unico modo per garantire che le materie prime siano commercializzate legalmente, che le condizioni di lavoro nell'estrazione, nel trasporto e nella lavorazione siano migliorate e che le norme ambientali siano rispettate.

L'estrazione delle materie prime, come tutte le industrie, è nelle mani delle persone lavoratrici. Le aziende produttrici di materie prime devono essere smantellate e le miniere devono essere socializzate.

I popoli del cosiddetto Sud globale devono essere messi in grado di liberarsi dai vincoli neocoloniali del capitalismo. Gli interessi di profitto delle imprese e degli Stati del cosiddetto Nord globale devono essere finalmente fermati e non devono più essere anteposti ai diritti e al benessere dei popoli del Sud globale.

Come persone che vivono nel Nord globale e come partito attivo, dobbiamo lavorare per superare tutte le strutture neocoloniali.


[1] https://www.caritas-international.de/hilfeweltweit/afrika/kongo/politische-humanitaere-lage

[2] https://www.planet-wissen.de/kultur/westeuropa/belgien_geschichte_und_politik/pwiebelgienundderkongoweisserkoenigschwarzertod100.html

[3] https://www.zeit.de/zeit-geschichte/2023/06/kongo-kriege-ruanda-voelkermord-demokratische-republik-kongo

[4] https://www.frieden-fragen.de/entdecken/aktuelle-kriege/demokratische-republik-kongo/wie-kam-es-zum-krieg-im-kongo.html

[5] https://www.dw.com/de/demokratische-republik-kongo-machtlos-gegen-rebellen/a-65029201

[6] https://www.dasding.de/newszone/demokratische-republik-kongo-konflikt-millionen-flucht-100.html

[7] https://taz.de/Gewalt-gegen-Tutsi-in-Kongo/!5923405/

[8] https://www.iz3w.org/artikel/verfolgungen-tutsi-kongo-krieg-genozid

[9] https://www.amnesty.ch/de/ueber-amnesty/publikationen/magazin-amnesty/2008-4/krieg-gegen-frauen-und-kinder-im-kongo

[10] https://www.srf.ch/news/international/vergessener-konflikt-im-kongo-hunderttausende-menschen-in-ostkongo-auf-der-flucht

[11] https://www.zeit.de/politik/ausland/2010-10/kongo-genozid-un-bericht

[12] https://www.spiegel.de/ausland/demokratische-republik-kongo-uno-soldaten-sollen-abruecken-gewaltausbrueche-nach-wahlen-befuerchtet-a-721bf5ae-a1bf-42a4-b527-6bc8f35642c0

[13] https://www.planet-wissen.de/natur/fluesse_und_seen/kongo/pwiekampfumdiekongoschaetze100.html

[14] https://ici.radio-canada.ca/info/2019/05/coltan-republique-democratique-congo-mines-enfants/

[15] https://www.bmz.de/de/laender/demokratische-republik-kongo/wirtschaftliche-situation-11190#:~:text=Das%20Land%20verf%C3%BCgt%20%C3%BCber%20reichhaltige,%2FColtan%2C%20Wolfram%20und%20Gold

[16] https://www.amnesty.de/allgemein/pressemitteilung/demokratische-republik-kongo-menschenrechtsverletzungen-rohstoffabbau-kobalt-kupfe

[17] https://www.publiceye.ch/de/themen/rohstoffhandel/glencore-dr-kongo

[18] https://sicherheitspolitik.bpb.de/de/m4/articles/case-study-democratic-republic-of-the-congo