Risoluzione approvata dall'Assemblea de* Delegat* il 28.04.2018 a Lucerna.
Dopo un inverno politicamente relativamente tranquillo, la Francia si trova dal 22 marzo di fronte ad una possibile esplosione sociale. A partire da questa data i/le ferrovieri/e hanno scioperato sei giorni per lottare contro la privatizzazione delle ferrovie. Questo, nel clima politicamente teso in Francia, lascia delle tracce: nel frattempo diversi settori sono anche loro entrati a fare parte della lotta, tra i quali i dipendenti di Air France (quattro giorni di sciopero), la posta, gli ospedali e studenti/-esse in tutto il paese. Emblematica per questa „Convergence des luttes“ (unione delle lotte) è stata l’epica invasione dei dipendenti postali il 12 aprile nell’università di Paris Nanterre, uno degli epicentri del maggio del ‘68. Il presidente ed ex banchiere Emmanuel Macron si trova di fronte ad una situazione delicata. Da un lato, come rappresentante dei capitalisti francesi, è obbligato ad attuare delle riforme e migliorare così le condizioni di profitto. Questo è necessario, dato che le quote di mercato delle ditte francesi nell’UE sono nuovamente diminuite anche nel 2017 e le cifre pubblicate a fine marzo riguardo l’aumento dell’indebitamento statale hanno ancora aumentato la pressione pubblica. Dall’altra parte già piccole riforme (per esempio l’attacco frontale della Loi Travail) scaturiscono in movimenti di massa. Macron cerca di uscire dalla situazione servendo la sua riforma contro la classe lavoratrice a piccoli bocconcini uno dopo l’altro e governando con decreti (ossia senza mozioni da parte del parlamento). Promette inoltre regolarmente alla classe dominante che porterà avanti le riforme “fino alla fine”. Mentre Macron mostra pubblicamente quali interessi rappresenta (quelli dei capitalisti), il PS continua con la sua automutilazione. Durante il congresso di settimana scorsa ci si è accontentati di slogan perseveranti e si è evitato interamente di rielaborare la presidenza di Hollande. Infatti, durante l’attuale mobilizzazione di massa questo tema è mancato completamente, dato che i parlamentari del PS nel 2016 avevano votato esclusivamente per l’ultima riforma ferroviaria (anche essa borghese). Il nuovo segretario generale del partito, Olivier Faure, di fronte all’irritazione dei dipendenti ferroviari è dovuto venir accompagnato via dalla manifestazione da una scorta personale.
Le classi sottomesse francesi dimostrano invece in modo impressionante di essere pronte ad andare molto oltre. Durante l’assemblea generale dei/-lle ferrovieri/-e si mostra chiaramente la volontà di uno sciopero illimitato e prorogabile. Il movimento studentesco contro la legge dell’aggravato ’accesso agli studi (significa quindi: orientamento dell’istruzione agli interessi capitalistici) si è diffusa in un baleno.
Durante gli ultimi mesi la mobilizzazione si è sviluppata a stento ma nel frattempo in oltre 30 facoltà vengono effettuate assemblee con centinaia e migliaia di studenti/-esse (Toulouse, Montpellier, Nantes, Paris) e ogni giorno se ne aggiungono altre.
Macron e i suoi alleati di classe cercano di tenere sotto controllo il movimento con pochi ma brutali attacchi di repressioni. Il carattere politico è chiaro: prima di attaccare i milioni di lavoratori/-trici in strada, come nel 2016, la classe dominante cerca di evitare “l’unione delle lotte” di quei pochi studenti/-esse organizzati solamente localmente. Ma così dimostrano solamente che l’unione non è un ideale irraggiungibile ma una necessità per trovare una soluzione ad un problema delle persone.
Per mostrare i veri rapporti di forza nella società è necessario un movimento di sciopero massiccio e uniforme in tutti i settori. Solamente in questo modo gli attacchi del blocco unito della borghesia, apparato statale e gruppi fascisti possono venir respinti.
Per questi motivi la GISO Svizzera sostiene incondizionatamanente i ferrovieri e le ferroviere, i salariati e le salariate, nonché gli studenti e le studentesse in lotta!