Il Consiglio Nazionale ha approvato oggi la nuova Legge sugli stranieri. La GSS condanna il peggioramento dei diritti delle persone senza passaporto svizzero e si augura caldamente che il Consiglio degli Stati apporti dei miglioramenti sostanziali. Questa legge si rispecchia perfettamente nella logica di una Destra che vuole fare delle persone senza passaporto svizzero delle persone di seconda classe. Tutto ciò è chiaramente in contrasto con i diritti umani, i quali si fondano su libertà e uguaglianza di tutte e tutti. La GSS si dichiara fortemente contraria alla possibilità del ritiro di un permesso C così come alle condizioni legate all’ottenimento della suddetta tipologia di permesso. Inoltre anche l’insaprimento del ricongiungimento familiare suscita critiche consistenti.
La nuova legge sugli stranieri è stata oggi approvata dal Consiglio nazionale. La GSS porta un chiaro no a questa legge, la quale altro non fa che peggiorare massicciamente i diritti delle persone senza passaporto svizzero. “Il fatto che il permesso C possa venir ritirato dopo essere stato ricevuto è semplicemente scandaloso. Cosa dovrebbe esattamente significare ‘integrazione non raggiunta’? E soprattutto, il permesso C potrà essere emesso solo dopo l’avvenuta integrazione e potrà poi essere di nuovo ritirato? Come dovrebbe funzionare tutto ciò?”, afferma Tamara Funiciello, Presidente della GSS. “In questo modo, nessuno potrà più vivere in libertà e sicurezza!” aggiunge Funiciello. “L’intero concetto di integrazione che sta alla base di questa legge deve essere messo in dubbio. Infatti, in questa legge non si parla di integrazione, ma di assimilazione. L’inclusione dovrebbe essere l’obiettivo. Tutti dovrebbero poter contribuire alla nostra società.”
La GSS critica inoltre l’articolo riguardante il ricongiungimento familiare. Seppure, contrariamente a quanto proposto dalla Commissione delle Istituzioni Politiche del Consiglio Nazionale, il ricongiungimento familiare non sia stato cancellato dalla legge, la GSS critica la situazione attuale e si augura un miglioramento della situazione. Infatti, coloro che dovessero venir ammessi provvisoriamente dovrebbero vivere per almeno 3 anni in Svizzera, mai aver ottenuto aiuto sociale e la propria abitazione deve essere sufficientemente grande da poter accogliere la propria famiglia. “Questa non è altro che una società divisa in cittadini di prima e di seconda classe. Nessuno sceglie dove venire al mondo. Tutti godono di diritti fondamentali. Uno di questi e il diritto alla famiglia. In questo caso assistiamo a una chiara violazione, la quale non può essere accettata.
La GSS si affida quindi al Consiglio degli Stati: “Bisogna solo augurarsi, che il Consiglio degli Stati sia più ragionevole e bocci gli inasprimenti apportati dalla camera del popolo.” afferma Funiciello.
15.09.2016