Dopo il NO alla riforma dell’imposizione delle imprese III: fermiamo ora l’antidemocratica concorrenza fiscale!

06.05.2017

Risoluzione approvata durante l'Assemblea de* Delegat* del 6 maggio 2017 a Wohlen.

La bocciatura della riforma III dell’imposizione delle imprese il 12 febbraio 2017 è stato un successo storico per la Sinistra: quasi il 60% dell’elettorato ha votato NO a questo ulteriore regalo fiscale ai proprietari, che sarebbe stato finanziato da ulteriori misure di risparmio e innalzamenti delle imposte sulle spalle dei salari bassi-medi. Il sondaggio post votazione mostra come la questione della ridistribuzione era il motivo centrale della bocciatura della riforma fiscale III. La vittoria del NO rappresenta quindi la punizione popolare contro la politica ridistributiva dei borghesi dal basso verso l’alto.

Con la pressione tutt’ora elevata per l’abrogazione delle tassazioni speciali delle società holding, è già iniziata l’elaborazione di una nuova variante della riforma fiscale III, chiamata “Progetto fiscale 17”. La GSS ha sempre sostenuto l’obiettivo iniziale della riforma fiscale III, ossia la lotta contro le riduzioni e il dislocamento dei guadagni, e ha detto chiaramente quale essere il fine ultimo: porre fine alla concorrenza fiscale antidemocratica e dalle conseguenze disastrose!

I salariati pagano il dumping fiscale dei ricchi

Mentre da trent’anni i guadagni imprenditoriali e i dividendi stanno esplodendo, la forbice salariale e quella patrimoniale si sta espandendo, le tasse per le imprese e i superricchi continuano a diminuire. Dall’altra parte ogni anno i Cantoni propongono nuovi pacchetti di risparmi, responsabili di causare enormi tagli alle prestazioni per la popolazione. Detto in parole povere: i salariati pagano il dumping fiscale dei ricchi.

Questa regola vale anche a livello internazionale: la politica del dumping fiscale svizzera assume connotati neocoloniali e distrugge ogni anno substrato fiscale per miliardi di franchi. L’organizzazione “Denznetz” stima che i mancati introiti dall’approvazione della riforma I dell’imposizione delle imprese ammontano a varie dozzine di miliardi. Così facendo viene sabotata la politica nei paesi in via di sviluppo e in quelli a noi confinanti e così impossibilitato il raggiungimento di un’economia indipendente, sostenibile e sociale. Le disuguaglianze tra il Sud e il Nord del mondo vengono rafforzate e la povertà, disoccupazione e mancanza di perspettive si diffondono ulteriormente.

La concorrenza fiscale è al servizio dei borghesi e del costrutto tecnocratico orientato alla legittimazione dell’immensa ridistribuzione dal basso verso l’alto. Si tratta di un costrutto antidemocratico, in quanto priva le strutture pubbliche della loro base finanziaria – con conseguenze disastrose per la realtà quotidiana della popolazione.

All’attacco: poniamo fine al dumping e alla concorrenza fiscale

Dobbiamo sfruttare il risultato della votazione sulla riforma fiscale III e il disdegno diffuso nella popolazione a causa della politica di risparmio borghese, andando all’attacco per porre fine al dumping e alla concorrenza fiscale in Svizzera e all’estero. Gli strumenti centrali per fare ciò sono l’armonizzazione materiale delle tasse imprenditoriali, la compensazione degli eventuali mancati introiti fiscali da parte degli azionisti e l’abolizione dei passati regali fiscali.

La Gioventù Socialista Svizzera chiede che la nuova versione della riforma fiscale III venga elaborata sulla base dei seguenti principi, impegnandosi per lo stesso obiettivo anche all’interno del PSS.

  • Niente nuovi regali fiscali: tutti gli strumenti della riforma fiscale III sono da respingere, in particolare l’utile con deduzione degli interessi e la licence box.
  • Eliminare i vecchi regali fiscali: i regali fiscali della riforma fiscale II sono da abrogare senza alcuna eccezione, in particolare il principio degli apporti di capitale.
  • Sgravare i salari e tassare equamente il capitale: con la nostra iniziativa 99% chiediamo che i redditi da capitale vengano tassati con un coefficiente del 150%. Anche toccati da questa misura sono i dividendi, che verrebbero quindi tassati al 150%. Così facendo verrebbe eliminato il secondo grande errore della riforma fiscale II.
  • Le entrate da capitale devono finalmente venir tassate: oggigiorno le entrate da alcuni prodotti finanziari (redditi da capitale) sono parte dell’imponibile, mentre altri no (utili da capitale). Si tratta di una suddivisione ridicola: chiunque guadagna denaro dal denaro di cui già dispone dovrebbe pagare le tasse.
  • L‘armonizzazione fiscale: un’armonizzazione materiale delle tassazioni imprenditoriali è necessaria.
  • Agire a livello internazionale: la Svizzera deve essere la forza portante nella lotta contro il dumping e la concorrenza fiscale. La GSS e il PS collaborano con altre organizzazioni internazionali nelle quali sono membri affinché la lotta internazionale per l’armonizzazione fiscale abbia la priorità assoluta, pianificando e implementando campagne concrete.