Risoluzione approvata durante l’assemblea annuale della GISO Svizzera del 19 febbraio 2022 a Berna/online
Un sistema pensionistico equo dovrebbe offrire sicurezza finanziaria per la vecchiaia a tutte le persone abitanti un paese, e basarsi su un finanziamento solidale tra le generazioni. In Svizzera, le pensioni dovrebbero essere garantite dal primo pilastro, l'AVS, e dal secondo pilastro, le casse pensioni, che sono regolate dalla LPP. Bisogna chiarire che solo l'AVS si basa sul principio di solidarietà. In questo modo, le persone che lavorano finanziano direttamente le rendite dei pensionati.
Il 2° pilastro è molto più ingiusto. I contributi possono essere versati solo a partire da un salario minimo di 21510 CHF all'anno, a condizione che questo sia pagato dallo stesso datore di lavoro. Ciò esclude molte donne* dal 2° pilastro, poiché spesso lavorano a tempo parziale per svolgere lavori di cura non retribuiti, come occuparsi di bambin*, e quindi non raggiungono questo limite. Questo lavoro di cura non solo non è pagato, ma non è nemmeno preso in considerazione nella pensione e penalizza le donne* doppiamente.
Negli ultimi anni, anche la sicurezza pensionistica per il 99% è stata sottoposta a una pressione sempre maggiore. Ciò è accaduto principalmente perché con la generazione delle persone “baby boomer” molte più persone raggiungeranno presto l'età della pensione e il sistema precedente potrebbe diventare instabile. Tuttavia, è anche importante ricordare che questa instabilità è stata presentata in modo esagerato dai partiti della destra borghese per screditare l'AVS come sistema di redistribuzione sociale.
Lo squilibrio è anche dovuto alla generale ridistribuzione della ricchezza dal basso verso l'alto. Sempre più capitale fluisce nelle mani dell'1% più ricco della popolazione e la tassazione di questo reddito diviene sempre più piccola. Inoltre, i redditi da capitale non sono soggetti ai contributi di sicurezza sociale. Allo stesso modo, gli investimenti di sfruttamento dei fondi pensione in operazioni speculative, immobili ed energie fossili riducono la stabilità dei fondi.
Per stabilizzare la situazione pensionistica in Svizzera, negli ultimi decenni sono stati effettuati sempre più tagli alle pensioni del 99% e i costi sono stati scaricati su di loro. Ciò è stato dimostrato di nuovo recentemente, per esempio, nella riduzione del tasso di conversione tra il 2004 e il 2014 dal 7,2% al 6,8% o nell'aumento dell'imposta sul valore aggiunto a favore dell'AVS nel 1999 e nel 2001.
Anche il parlamento borghese è consapevole dello squilibrio in arrivo e ricorre quindi a mezzi ben noti per scaricare i costi sul 99%: aumento dell'IVA, riduzione del tasso di conversione e aumento dell'età pensionistica delle donne*. I beni dell'1% più ricco continuano a non essere toccati. Non è una soluzione sostenibile:piuttosto, questa scelta mostra il pensiero a breve termine e poco solido del parlamento borghese. Queste proposte non migliorano la situazione delle pensioni né affrontano la crescente disuguaglianza di ricchezzanella popolazione. Non vogliamo queste riforme delle pensioni. Basta con i compromessi sulle spalle del 99%!
La politica borghese mostra ancora una volta che una risposta a lungo termine al problema delle pensioni viene evitata per mantenere il sistema capitalista. Se vogliamo una soluzione che funzioni a lungo termine e basata sulla solidarietà, allora abbiamo bisogno di una pensione popolare. Questo è ciò per cui la GISOSvizzera si batte.
Perciò, a corto termine, la GISO Svizzera richiede:
- Se la riforma della LPP manterrà la sua forma discriminatoria, come formulata dal Consiglio nazionale nella sessione invernale, la GISO Svizzera sosterrà il referendum contro di essa.
- I redditi da capitale dovranno essere soggetti ai contributi AVS.
La GISO Svizzera sviluppa una propria visione pensionistica per il 99% e si oppone alla lotta di classe dall'alto con una proposta alternativa.