Risoluzione approvata dall'assemblea de* delegat* del 10 novembre 2019 a Zurigo.
Il parlamento sta attualmente discutendo delle proposte relative all'identità elettronica. L'obbiettivo è quello di semplificare e digitalizzare la comunicazione con le autorità. La maggioranza borghese del Consiglio nazionale ha deciso che questa identità elettronica sarà in futuro amministrata da aziende private. Ciò risulta problematico per vari motivi.
Questa identità digitale rappresenta una potenziale miniera d'oro per le industrie. Oltre alle comunicazioni con le autorità, questo nuovo sistema sarebbe particolarmente adatto anche per gli scambi di informazioni con negozi online ed altri servizi digitali. Registrando e analizzando il comportamento della clientela, le industrie possono indirizzare più precisamente il marketing e manipolarne le decisioni.
La confederazione vorrebbe impedire ciò con norme severe. Ma le aziende agiscono nell'interesse dei proprietari, non della popolazione. Gli interessi delle imprese private avrebbero quindi la precedenza. Ciò potrà essere impedito solo se il governo si assumerà questo compito senza l'intenzione di ricavarne dei profitti. La E-ID ê un progetto dove protezione e sicurezza devono avere la precedenza. Aziende private con logiche di profitto non dovrebbero perciò essere prese in considerazione per l'assegnazione di questo compito.
I fautori della privatizzazione dell'identità elettronica argomentano la propria posizione sostenendo la presunta capacità di innovazione di un sistema concorrenziale. Questo è un grosso errore di valutazione. Da un lato, è sempre la ricerca statale che procede il progresso tecnologico. Senza le ricerche di base finanziata dallo stato, le imprese private del settore tecnologico non avrebbero le infrastrutture di base per le proprie attività commerciali. D'altra parte, non ci sarebbe nessuna concorrenza tra i diversi fornitori del servizio. Tramite Swiss Sign Group, svariate banche e assicurazioni, oltre alla Posta svizzera e alle FFS, hanno già unito le forze per ottenere l'amministrazione dell'identità elettronica. Nessun altro gruppo può competere con questa posizione dominante. Il risultato sarebbe un monopolio privato che controllerebbe il mercato. Difficilmente assisteremmo ad un sistema competitivo. Anche la testata neoliberale NZZ afferma la propria contrarietà a questo progetto e chiede una soluzione con un controllo statale.
Oltre alla NZZ, anche diverse organizzazioni della società civile hanno criticato l'identità digitale privatizzata. Tra queste c'è la Società digitale. La GISO Svizzera sostiene il referendum indetto da varie organizzazioni.